Intervista

Tecnologia, applicazioni e trend: la blockchain traccia la strada della prossima web revolution

In vista del prossimo convegno “Blockchain: the road to the next web revolution” con la presentazione della ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano, ripercorriamo con Valeria Portale alcuni dei temi che hanno caratterizzato il 2021 e che influenzeranno il 2022

Pubblicato il 30 Dic 2021

Valeria Portale, direttore dell'Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano

L’appuntamento con il convegno di presentazione della ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger rappresenta, anche per la sua collocazione temporale a gennaio, il momento ideale per un bilancio dell’anno trascorso e per analizzare le prospettive del 2022. Le prospettive e i temi del convegno sono ben rappresentati in un titolo che mette in diretta relazione la blockchain con il web 3.0: “Blockchain: the road to the next web revolution” e la volontà di comprendere come si sta concretizzando il concetto di Internet of Value. Peraltro, nel corso del 2021 non è mancata l’attenzione mediatica e come sempre quando si parla di Blockchain si è assistito a un confronto tra tante visioni e percorsi di sviluppo: dalle cryptocurrency agli NFT, dal fintech, al DeFi , dagli stablecoin alle CBDC (Central Bank Digital Currency) per arrivare all’evoluzione degli ecosistemi industriali e di filiera. Ultimo, ma non meno importante, in un anno caratterizzato dalla crescita di attenzione verso i temi della sostenibilità, tanto lavoro è stato fatto anche su questo aspetto. E la prima percezione con cui apriamo la conversazione con Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger, in vista del convegno di presentazione della ricerca, è che il “territorio di riferimento” per Blockchain & Distributed Ledger si sta allargando: gli interessi e gli attori in viaggio in questa “Road to the next web revolution” sono sempre più numerosi e più vicini alle esigenze di imprese e consumatori.

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Verso una fase di maturità per Blockchain & Distributed Ledger

“Stiamo vivendo un avvicinamento alla fase di maturità della Blockchain e delle Distributed Ledger – dichiara Valeria Portale -” e per comprenderne gli effetti invita subito a osservare questo mondo con una doppia lente: quella dei trend tecnologici e quella delle applicazioni.  Dal punto di vista delle tecnologie e delle piattaforme “il 2021 ha confermato i percorsi che già erano stati avviati l’anno precedente. Ci si muove verso un livello di maturità che è sempre più significativo con un grande fermento nello sviluppo di innovazioni in grado di portare stabilità”. Concretamente se si guarda alle piattaforme più diffuse e consolidate come Bitcoin ed Ethereum, si deve segnalare che “stanno migliorando le performance, da intendersi anche come capacità di risposta alle esigenze che si presentano davanti a nuovi e diversi casi d’uso. In particolare – prosegue Portale -, per Ethereum 2.0 il passaggio da un meccanismo di consenso PoW (Proof of Work) a un meccanismo PoS (Proof of Stake) alleggerisce il processo di validazione e riduce nello stesso tempo i consumi. Una evoluzione importante anche come risposta ai temi della sostenibilità. Ma la tendenza verso una maggiore stabilità riguarda anche piattaforme più recenti e legate a specifici settori.

Prosegue il lavoro sull’interoperabilità

Portale sottolinea il ruolo di piattaforme nuove nate espressamente con l’obiettivo di mettere a disposizione performance elevate con diverse forme e livelli di decentralizzazione. “Abbiamo una varietà sempre più elevata di piattaforme che crescono sia in termini numerici, sia dal punto di vista delle performance”. E nel corso del 2021 sono arrivate conferme anche sul tema dell’interoperabilità, come risposta alla domanda di interazione tra diverse piattaforme. In questo scenario “Anche la dicotomia tra permissioned e permissionless assume un contorno diverso rispetto al passato e proprio grazie all’interoperabilità si possono aprire nuove e diverse prospettive”.

Prospettive che vedono la Blockchain e le Distributed Ledger entrare nelle aziende o mettersi al servizio di cittadini e consumatori anche grazie a uno sviluppo applicativo, da analizzare su tre grandi e diverse prospettive: quella più vicina agli asset di valore e transazionali, quella degli ecosistemi e quella dei nuovi modelli di business.

Alla base dell’Internet of Value: crypto e digital asset

“Non possiamo non sottolineare oggi un forte fermento a livello di applicazioni – rileva la direttrice dell’Osservatorio Blockchain del Politecnico -. Quando si parla di app ci si muove in un orizzonte sempre più vasto che comprende ambiti in cui una stessa piattaforma risponde a diversi casi d’uso”. L’ambito che è forse più premiato dall’attenzione dei media è rappresentato dalle applicazioni che gestiscono diverse forme di “scambio di valore” come nelle criptovalute, negli stablecoin, nelle CBDC (Central Bank Digital Currency). “Le criptovalute in particolare – prosegue Portale – hanno raccolto una grande attenzione anche da parte delle aziende e ci sono stati esempi eclatanti, come nel caso di Tesla e delle decisioni del suo fondatore che hanno raccolto una vastissimo seguito sui social media e sui media in generale”. Elon Musk a diverse riprese ha portato l’attenzione sulle cryptocurrency e sul ruolo che possono svolgere nel mondo automotive, ma ci sono progetti e servizi di attori tradizionali dell’industria dei pagamenti come Visa, Mastercard, PayPal che con la loro scelta di accettare servizi di pagamento aperti anche alle cryptocurrency stanno contribuendo a “sdoganare” l’utilizzo delle monete virtuali presso il mondo dei consumatori finali. “Ma uno dei segnali che più hanno contribuito ad avvicinare il mondo crypto all’economia tradizionale – mette in evidenza Portale – è senz’altro arrivato lo scorso aprile con la quotazione della piattaforma di exchange Coinbase al Nasdaq”.

Progetti, servizi e decisioni: il mondo crypto si avvicina ai consumatori

Una quotazione che “è stata interpretata come un segnale di legittimazione del mondo crypto da parte dei piccoli investitori”. Peraltro, Coinbase nata nel 2012 per facilitare la possibilità di scambiare Bitcoin, si è quotata proprio con la missione di contribuire con i propri servizi alla costruzione della prossima cryptoeconomy rendendo sempre più facile e accessibile lo scambio di valori in forma di cryptocurrency.

Valeria Portale invita poi a tenere sotto la lente queste operazioni perché se i grandi attori dell’industria dei pagamenti stanno allargando le braccia al fenomeno crypto è anche vero che stanno entrando in un ambito nel quale c’è ancora tanto lavoro da fare da parte dei regolatori e la “legittimazione” che stiamo percependo non si rispecchia ancora in un assetto normativo stabile. Progetti e investimenti dunque messi in campo da attori regolati e con forte penetrazione sul mercato, che cercano di occupare posizioni in un Internet of Value che sta procedendo a sua volta verso una fase di maturazione. “Ma c’è ulteriore segnale, molto evidente dal punto di vista mediatico, che arriva – secondo Portale – dalla presenza del mondo crypto a livello di sponsorizzazioni sportive, con scelte che stanno accelerando anche in questo caso nella direzione di una adozione di massa”.

Il “compromesso” degli stablecoin e la strada verso le CDBC

Lo scenario legato crypto ha visto nel 2021 non pochi passi in avanti anche a livello di stablecoin, un fenomeno che nasce per dare stabilità al valore delle cryptovalute, limitando o azzerandone la volatilità. “Gli Stati Uniti – spiega Portale – sembrano orientati ad accettare il modello stablecoin, in Europa ci sono ancora perplessità e difficoltà, in uno scenario in cui gli stablecoin si candidano a rappresentare un’alternativa anche alle CBDC (Central Bank Digital Currency) basate su DLT. A livello di “progetti di digital currency nazionali” occorre guardare con attenzione a oriente e in particolare a quanto sta avvenendo in Cina con il Digital Yuan che ha iniziato nel 2021 a gettare i primi concreti semi di un percorso di cambiamento che ha avuto anche l’effetto di sollecitare un maggiore impegno delle banche centrali di altri paesi e che in Europa vede il lavoro su un Digital Euro il cui arrivo è previsto per il 2026. Un orizzonte che appare oggi veramente di lungo periodo: “considerando gli sviluppi diretti e indiretti legati a queste tecnologie è veramente difficile capire la portata di un Digital Euro tra quattro anni. A prescindere dal valore del progetto occorre capire come cambia il contesto nel quale si andrà a collocare” osserva Portale. E sempre nella prospettiva di cogliere segnali su come evolverà lo scenario dell’Internet of Value Valeria Portale invita a prestare la massima attenzione alla Markets in Crypto-Asset Regulation (MiCaR). A più di un anno di distanza dal 24 settembre 2020 quando la Commissione Europea ha annunciato il Digital Finance Package per favorire lo sviluppo del Fintech, per mitigare rischi e per garantire stabilità finanziaria è importante oggi guardare e prepararsi alle prospettive per il mercato della proposta legislativa MiCaR per la regolamentazione degli asset virtuali nell’ambito dell’Unione Europea.

Blockchain & Distributed Ledger per le imprese: a che punto siamo

Il grande fermento e la vitalità per l’Internet of Value ci porta a guardare alla seconda categoria di applicazioni, quella della Blockchain a supporto del business tradizionale, partendo dalla considerazione che si tratta di un ambito che ha goduto un po’ meno dei riflettori mediatici. “Siamo in un ambito caratterizzato dalla costruzione di ecosistemi – osserva Portale – con progetti di tracciabilità di filiera, con soluzioni di time stamping e smart contract che si traducono in tanti casi in vantaggi in termini di efficientamento di processi e che hanno vissuto un certo rallentamento rispetto al passato”. Le ragioni sono da addebitare a una maggiore complessità del contesto in cui operano le imprese, anche a causa degli effetti indiretti della pandemia. “I progetti di ecosistema basati sulla blockchain – spiega Portale – richiedono una complessità organizzativa elevata. Non c’è un segno negativo, ma un rallentamento nella crescita. Nello stesso tempo, va segnalata la vitalità portata da progetti di singole aziende nei settori come ad esempio l’agrifood che utilizzano la Blockchain per garantire la tracciabilità dei prodotti”. In questo specifico ambito si avverte la necessità di rafforzare l’impegno istituzionale sul valore che Blockchain & Distributed Ledger possono portare alle imprese italiane. “Appare fondamentale – aggiunge Portale – il ruolo che il MISE può svolgere per diffondere fiducia e per sostenere gli investimenti in queste tecnologie. Le competenze ci sono – prosegue -, tanto lavoro è stato fatto e non si deve correre il rischio che questi attori possano scegliere di lasciare il nostro paese in favore di imprese straniere più veloci e intraprendenti”. Un rischio concreto, perché secondo Valeria Portale il gap con altri paesi si può allargare e nella prospettiva di una next web revolution in cui la Blockchain & Distributed Ledger sono fondamentali: “non possiamo pensare di rimanere indietro”.

NFT, DeFi e DApp: laboratorio aperto per nuovi modelli di business (e non solo per le startup)

Il terzo ambito applicativo sul quale Valeria Portale invita a porre l’attenzione è rappresentato dall’utilizzo delle piattaforme Blockchain e Distributed Ledger per lo sviluppo di nuovi modelli di business. “Qui ci si muove verso il Web 3 e qui trovano spazio i progetti basati su NFT (Non-fungible Token) per la creazione di servizi innovativi e originali”. Quello degli NFT è emerso inizialmente come un fenomeno di nicchia, che sembrava muoversi all’interno di confini definiti, “in realtà, – osserva Portale – non è più solo appannaggio delle startup, ma può aprire nuovi spazi anche agli attori tradizionali”.

Rimanendo nell’ambito di una lettura delle applicazioni Blockchain orientate ai nuovi modelli di business Portale invita a guardare ai numeri che arrivano grazie ai nuovi prodotti e ai servizi finanziari creati grazie alla DeFi (Decentralized Finance) e sempre in questo ambito sottolinea il ruolo che stanno già svolgendo le DApp (Decentralized App) sono applicazioni simili alle app tradizionali, con la differenza fondamentale che al posto di appoggiarsi su server centralizzati sfruttano le piattaforme blockchain e il loro network distribuito.. Due territori, NFT e DeFi, che stanno allargando gli spazi di mercato e che anche in questo caso non si limitano più solo al ruolo delle startup.

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